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Mandalagaba: creare facilmente mandala personalizzati

Mandalagaba è un’applicazione web che consente di creare facilmente mandala personalizzati.

Si tratta di un semplice ma potente editor grafico che, tramite una serie di strumenti, permette di disegnare i famosi cerchi fatti di intrecci di linee e simboli.

Lo strumento può essere usato in modo intuitivo sperimentando le varie funzioni con il mouse, scegliendo il tipo di linea, i colori e la modalità della concentricità e della simmetria.

Se qualcosa va storto o non ci soddisfa si può tranquillamente tornare indietro con il pulsante undo.

Mandalagaba offre anche una versione semplificata per bambini, basta cliccare sulla scritta a chuild dawing per ottenerla.

I disegni ottenuti possono essere salvati come file immagine PNG cliccando sul pulsante save e abilitando il browser ad aprire finestre pop-up.

Usando solo il nero si possono generare interessanti disegni da stampare e colorare come questo che ho creato in 10 secondi.

Si tratta di uno strumento divertente da usare, una specie di gioco educativo e creativo, decisamente interessante e del tutto gratuito.

Poesie e filastrocche per la Festa del Papà

festa_papà

Ecco una rassegna di poesie e di filastrocche d’autore per la Festa del Papà:

Padre, Anche Se…

Padre, se anche tu non fossi il mio
padre, se anche fossi a me un estraneo,
per te stesso, egualmente t’amerei.
Ché mi ricordo d’un mattin d’inverno
che la prima viola sull’opposto
muro scopristi dalla tua finestra
e ce ne desti la novella allegro.
Poi la scala di legno tolta in spalla
di casa uscisti e l’appoggiasti al muro.
Noi piccoli stavamo alla finestra.
E di quell’ altra volta mi ricordo
che la sorella, mia piccola ancora,
per la casa inseguivi minacciando.
(la caparbia avea fatto non so che)
Ma raggiuntala che strillava forte
dalla paura, ti mancava il cuore:
che avevi visto te inseguir la tua
piccola figlia e, tutta spaventata,
tu vacillante l’attiravi al petto
e con carezze dentro le tue braccia
avviluppavi come per difenderla
da quel cattivo ch’era il tu di prima.
Padre, se anche tu non fossi il mio
padre, se anche fossi a me un estraneo,
fra tutti quanti gli uomini già tanto
pel tuo cuore fanciullo t’amerei.

Camillo Sbarbaro

A mio padre

Se mi tornassi questa sera accanto
lungo la via dove scende l’ombra
azzurra già che sembra primavera,
per dirti quanto è buio il mondo e come
ai nostri sogni in libertà s’accenda
di speranze di poveri di cielo
io troverei un pianto da bambino
e gli occhi aperti di sorriso, neri
neri come le rondini del mare.
Mi basterebbe che tu fossi vivo,
un uomo vivo col tuo cuore è un sogno.
Ora alla terra è un’ombra la memoria
della tua voce che diceva ai figli:
– Com’è bella notte e com’è buona
ad amarci così con l’aria in piena
fin dentro al sonno – Tu vedevi il mondo
nel plenilunio sporgere a quel cielo,
gli uomini incamminati verso l’alba.

Alfonso Gatto

Il pastrano

Un certo pastrano abitò lungo tempo in casa
era un pastrano di lana buona
un pettinato leggero
un pastrano di molte fatture
vissuto e rivoltato mille volte
era il disegno del nostro babbo
la sua sagoma ora assorta ed ora felice.
Appeso a un cappio o al portabiti
assumeva un’aria sconfitta:
traverso quell’antico pastrano
ho conosciuto i segreti di mio padre
vivendoli così, nell’ombra.

Alda Merini

Ricordo del padre

Sempre che un giardino m’accolga
io ti riveggo, Padre, fra aiuole,
lievi le mani su corolle e foglie,
vivo riveggo carezzare tralci,
allevi rose e labili campanule,
silenzioso ti smemorano i giacinti,
stai fra colori e caldi aromi, Padre,
solitario trovando, ivi soltanto,
pago e perfetto senso all’esser tuo.

Sibilla Aleramo

Papà, radice e luce, portami ancora per mano

Papà, radice e luce, portami ancora per mano
nell’ottobre dorato del primo giorno di scuola.
Le rondini partivano, strillavano:
fra cinquant’anni ci ricorderai.

Maria Luisa Spaziani

Al padre

Dove sull’acque viola
era Messina, tra fili spezzati
e macerie tu vai lungo binari
e scambi col tuo berretto di gallo
isolano. Il terremoto ribolle
da due giorni, è dicembre d’uragani
e mare avvelenato. Le nostre notti cadono
nei carri merci e noi bestiame infantile
contiamo sogni polverosi con i morti
sfondati dai ferri, mordendo mandorle
e mele dissecate a ghirlanda. La scienza
del dolore mise verità e lame
nei giochi dei bassopiani di malaria
gialla e terzana gonfia di fango.
La tua pazienza
triste, delicata, ci rubò la paura,
fu lezione di giorni uniti alla morte
tradita, al vilipendio dei ladroni
presi fra i rottami e giustiziati al buio
dalla fucileria degli sbarchi, un conto
di numeri bassi che tornava esatto
concentrico, un bilancio di vita futura.
Il tuo berretto di sole andava su e giù
nel poco spazio che sempre ti hanno dato.
Anche a me misurarono ogni cosa,
e ho portato il tuo nome
un po’ più in là dell’odio e dell’invidia.
Quel rosso del tuo capo era una mitria,
una corona con le ali d’aquila.
E ora nell’aquila dei tuoi novant’anni
ho voluto parlare con te, coi tuoi segnali
di partenza colorati dalla lanterna
notturna, e qui da una ruota
imperfetta del mondo,
su una piena di muri serrati,
lontano dai gelsomini d’Arabia
dove ancora tu sei, per dirti
ciò che non potevo un tempo – difficile affinità
di pensieri – per dirti, e non ci ascoltano solo
cicale del biviere, agavi lentischi,
come il campiere dice al suo padrone:
‘Baciamu li mani’. Questo, non altro.
Oscuramente forte è la vita.

Salvatore Quasimodo

A mio padre

L’uomo che torna solo
A tarda sera dalla vigna
Scuote le rape nella vasca
Sbuca dal viottolo con la paglia
Macchiata di verderame.
L’uomo che porta così fresco
Terriccio sulle scarpe, odore
Di fresca sera nei vestiti
Si ferma a una fonte, parla
Con un ortolano che sradica i finocchi.
È un uomo, un piccolo uomo
Ch’io guardo di lontano.
È un punto vivo all’orizzonte.
Forse la sua pupilla
Si accende questa sera
Accanto alla peschiera
Dove si asciuga la fronte.
Leonardo Sinisgalli
Al babbo lontano
Caro uccellino che volando vai,
il babbo mio di certo tu vedrai.
Digli che è tanto buono il suo bambino,
e che spesso gli manda un bel bacino.
Digli che gli vuol bene e che lo aspetta!
Vola, uccellino, vola vola in fretta!

A. Cuman Pertile

Il Principe

Arriva un Principe
con un cavallo bianco:
viene da lontano
e sembra molto stanco.
Al posto della spada
c’è l’ombrello
e c’è il cappotto
al posto del mantello;
però a guardarci bene
il cavallo non ce l’ha,
io gli corro incontro
e gli dico: “Ciao papà!”.

Marco Moschini

Caro papà

Caro papà, nel giorno della tua festa
voglio dirti cos’ho nella testa,
cosa c’è nel mio cuore
quando mi guardi con amore.
Ogni giorno mi abbracci e mi proteggi,
con premura mi aiuti e mi festeggi,
sei paziente, dolce e generoso,
mi fai sentire forte e coraggioso.
Quando ero piccolo mi facevi volare,
oggi le paure mi fai superare.
Insieme a te mi sento sicuro,
caro papà, tu sei il mio tesoro!
Ti voglio bene, tienilo a mente:
stringimi al cuore, coccolami teneramente!

Anna Costanzo

Grazie Papà

Da te, papà, ricevo tanto.
A te, papà, io voglio bene.
Dite, papà, io vado fiero.
A te, papà, io dico grazie.

Grazie papà, per il bene che mi vuoi.
Grazie papà, per i doni che mi fai.

Con te, papà, non ho paura.
Con te, papà. mi sento forte.
Con te, papà, mi trovo bene.
A te, papà, io dico grazie.

Grazie papà, per la gioia che mi dai.
Grazie papà, per quello che tu sei.

B. Bartolini

O Papà

Oh, papà, su dammi la mano,
grande e forte mi sento con te!
Tu mi guardi
e mi dici piano:
son felice se tu sei con me!
Se mi porti sulle tue spalle
io mi sento un capo tribù…
se mi tieni stretto al tuo cuore,
il mio amico più caro sei tu!
Oh, papà! Per strada la gente
ci sorride e ci guarda, perché,
pensa che tu sei il mio gigante,
ma io sono il tuo piccolo re.

Edizioni Tresei Scuola

Coding unplugged: Arlec-coding

Il linguaggio computazionale (coding) può anche essere svolto solo sulla carta senza l’ausilio di mezzi tecnologici e senza connessione alla rete internet (unplugged).

Il portale ufficiale Programma il futuro offre percorsi di programmazione unplugged per molte discipline e altre attività ed esercizi si possono trovare nei motori di ricerca proprio tramite le due parole “coding unplugged”.

Molte risorse si trovano sui gruppi di insegnanti di Facebook ed è proprio lì che ho rubato l’idea di Arlec-coding, un bellissimo Arlecchino realizzato in una griglia 19×14.

I bambini hanno svolto il lavoro sulla carta quadrettata e hanno scritto il codice di tutte le righe e poi insieme abbiamo realizzato un cartellone da mettere a terra a scuola.

Qui un modello con le istruzioni.

Vedi anche: Coding Unplugged e Pixel Art: la scheda di Carnevale di Arlecchino

Una Unità Didattica sul Carnevale per la scuola primaria

A questo link è possibile scaricare una completa Unità Didattica sul Carnevale per la scuola primaria, ma che può essere usata anche per le medie.

Il percorso è formato da 12 pagine in formato Word che quindi sono del tutto modificabili secondo le esigenze degli insegnanti anche come singole schede.

L’UDA include notizie sul Carnevale, una mini recita, giochi sulle maschere tradizionali, poesie, filastrocche, disegni da colorare, schede didattiche vere e proprie con esercizi.

 Link

Le maschere di Carnevale della Commedia dell’Arte suddivise per regione

Il sito Crescere Creativamente offre un percorso didattico sulla geografia delle maschere di Carnevale della Commedia dell’Arte

Nel PDF scaricabile c’è una cartina muta dell’Italia dove catalogare le celebri maschere nella regione corrispondente, da Arlecchino a Pulcinella, da Gianduia a Pantalone e molte altre ancora.

Dal momento che alcune maschere, forse meno famose, sono escluse, il percorso potrebbe essere ampliato scaricando una carina muta dell’Italia come questa e inserendo i disegni delle maschere tradizionali italiane offerti da Midisegni.

Mi è capitato in passato di realizzare a scuola con i ragazzi un cartellone grande quanto una cartina geografica vera da muro utilizzando il software gratuito Posterazor che consente di suddividere un’immagine in tanti fogli A4 da stampare e riassemblare per ottenere una figura più grande esattamente uguale all’originale.

Nella cartina muta poi si possono collocare tutte le maschere che vogliamo suddivise per regione. Il risultato è di sicuro effetto.

Link

10 modelli stampabili di animali per creare maschere di Carnevale tridimensionali fai da te di stoffa e cartone

Volete creare delle maschere tridimensionali di animale fai da te del tutto uniche e inconfondibili? Ecco come fare.

Scaricate e stampate i modelli stampabili in PDF a questo link:

Armatevi di taglierino, colla, colla a caldo, forbici, cartone e stoffe di vari colori e fantasie.

Applicate i template al cartone e ritagliate i modelli come quelli della figura sotto.

Se volete potete aggiungere un’imbottitura usando gli stessi modelli per ritagliarla e poi adattate le stoffe a vostro piacimento usando le forbici e la colla.

Realizzate tutti i pezzi della maschera allo stesso modo e assemblateli con un po’ di pazienza.

Infine aggiungete un nastro usando una striscia fatta con le stesse stoffe della maschera.

I risultato sarà davvero unico e stupefacente!

Le maschere disponibili sono del topo, della rana, della lepre, della talpa, del tasso, dell’uccello (da realizzare in vari colori), del chipmunk (lo scoiattolo americano del famoso film per bambini), dello scoiattolo e dell riccio.

I modelli possono essere usati per un lavoretto di Carnevale a scuola con le maestre o a casa in famiglia.

Vi lascio anche le stesse maschere da scaricare come disegni da colorare per i bambini più piccini:

Link al progetto originale: